comunità energetica
Una comunità energetica è in grado di produrre, scambiare e consumare energia in modo da rendere autosufficiente i cittadini coinvolti.

Normativa EU

L’Energy Community, frutto del percorso normativo europeo avviato sulla scia del Clean Energy Package e che poggia su due principali direttive, la RED II e la IEM, per le quali il nostro Paese – al pari degli altri Stati Membri – e chiamato a completare l’iter di recepimento nei prossimi mesi (rispettivamente giugno 2021 e dicembre 2020).

Il Parlamento Europeo ha emanato due direttive che pongono le basi per l’introduzione delle “Energy community”: la “Renewable Energy Directive 2018/2001” (nota come RED II), pubblicata a dicembre 2018, e la “Directive on common rules for the internal market for electricity 2019/944” (cosiddetta Direttiva IEM), pubblicata a giugno 2019.

In particolare, le “Renewable Energy community” sono state introdotte per la prima volta nel quadro normativo europeo attraverso la RED II, che contiene norme volte a promuovere la diffusione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili ed aumentare l’accettazione da parte dei cittadini verso i progetti di nuovi impianti rinnovabili.

Inoltre, viene introdotta la configurazione di “autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente”, la cui principale caratteristica è che si trovino all’interno dello stesso edificio o condominio.

Recepimento in Italia

Ad inizio 2020, l’Italia ha avviato il processo di recepimento della direttiva RED II, Il percorso è iniziato con il Decreto Milleproroghe, entrato in vigore a febbraio 2020, con cui sono state introdotte per la prima volta nella legislazione italiana, in accordo con la direttiva, le definizioni di “Autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente” e “Comunità di Energia Rinnovabile” (REC). Il percorso è proseguito poi con la pubblicazione della Delibera ARERA 318/2020 (agosto 2020) e concluso (ad oggi) con il Decreto attuativo del MiSE, a settembre 2020.

Al fine di supportarne la diffusione, è stato riconosciuto un incentivo per un periodo di 20 anni

per l’energia elettrica prodotta da ciascuno degli impianti a fonti rinnovabili facenti parte di tali configurazioni (e che risulti condivisa tra i membri) pari a 100 €/MWh nel caso in cui l’impianto di produzione faccia parte di una configurazione di autoconsumo collettivo e 110 €/MWh nel caso in cui l’impianto faccia parte di una comunità energetica rinnovabile.

Sono stati inoltre definiti una serie di “paletti” che delimitano lo spazio di manovra per la realizzazione di queste configurazioni, ad esempio in termini di “perimetro” delle configurazioni (ossia il medesimo edificio o condominio per gli autoconsumatori collettivi e Ia medesima cabina secondaria MT/BT per i membri di una REC) e di taglia d’impianto (non superiore a 200 kW per singolo impianto).

Il quadro normativo-regolatorio nazionale risulta ad oggi completo per l’attivazione della prima fase “pilota”, propedeutica al completo recepimento della Direttiva RED II, che tuttavia andrà recepita in modo definitivo entro giugno 2021.

sharing energy

Punti di attenzione

Diversi “punti di attenzione” sono emersi, grazie al consueto proficuo confronto con gli operatori, tra i quali si citano

  • il vincolo di ubicazione su reti di bassa tensione per gli utenti appartenenti alle REC (sottesi alla medesima cabina di trasformazione MT/ BT), che potrebbe determinare limiti “tecnici” relativamente alla taglia degli impianti che possono fare parte di questa configurazione e potrebbe risultare limitante in relazione alle tipologie di membri che possono fare parte di questa configurazione (tra cui si annoverano anche le medie imprese, che possono essere connesse in MT);
  • il requisito per gli utenti di essere sottesi alla medesima cabina di trasformazione MT/BT, che comporta la necessità di effettuare un’istanza al DSO per la verifica dei POD candidati a costituire la Comunità di energia rinnovabile (il quale può fornire l’informazione solo con l’approvazione dei titolari dei punti di prelievo);
  • la proposta di includere tra Cogenerazione ad Alto Rendimento (CAR) tra gli impianti eleggibili all’interno delle nuove configurazioni.

Soluzioni tecnologiche abilitanti

Tutte le tecnologie hardware e software potenzialmente coinvolte all’interno di tali configurazioni possono essere considerate tecnologie già “mature” e reperibili sul mercato (ciò tuttavia non implica il fatto che non possano essere oggetto di miglioramenti dal punto di vista delle prestazioni tecniche ed economiche). Al netto degli adeguamenti dell’acquisizione

dei dati di misura, attività che è in capo all’impresa distributrice, non ci sono investimenti tecnologici strettamente necessari relativamente all’infrastruttura di misura per abilitare le configurazioni di autoconsumo collettivo e comunità energetiche.

Gli investimenti necessari riguardano l’installazione di nuovi impianti di generazione, con l’eventuale aggiunta di sistemi di accumulo, infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici o altri dispositivi hardware e software più avanzati per la gestione dei flussi energetici.