Dopo il 2016 anche il settore delle eccellenze ha diminuito gli investimenti in riqualificazione, imbracciando una tendenza ad accorpare negli edifici più strategici tutte le funzioni direttive e ad accorpare le filiali operative riducendo le superfici occupate.
Le assicurazioni mostrano una tendenza sempre più forte a certificare i propri immobili con gli standard ISO 50001 e LEED.
Gli interventi in questa categoria sono effettuati principalmente tramite finanziamenti interni, valutando anche interventi ESCO e del Finanziamento Tramite Terzi.
I proprietari/ gestori con alta propensione alla riqualificazione nutrono scarsa fiducia in chi si è finora posto come ESCO, FTT, EPC. Possono però far ricorso al FTT in presenza di progetti solidi e strutturati.
Le decisioni sugli interventi sugli immobili vengono prese fondamentalmente dall’asset management in accordo e su delega del top management: più è corta la catena decisionale più sarà rapido e snello il processo decisionale per la riqualificazione. Inoltre, presentando dei casi pratici con i risultati degli interventi è più facile ottenere la fiducia del top management.
La contrattualizzazione segue una procedura standard, sia che sia gestita internamente sia in outsourcing; quasi tutte le operazioni passano per un albo fornitori. Il rapporto con fornitori ed esecutori premia sempre la proattività dopo aver instaurato un rapporto di fiducia.
Modello 2: la maggioranza
Soggetti che intervengono solo nel momento in cui sia necessario o si riveli opportuno/conveniente.
È al momento il modello decisamente più frequentato: rappresenta il 35% del patrimonio di banche, assicurazioni, SGR, enti di previdenza, pari al 41% delle superfici gestite di tutto il paese.
Il modello si applica principalmente agli edifici a reddito, con le opportunità di riqualificare che emergono al termine dei contratti di locazione per edifici troppo datati, magari minacciati dalla concorrenza di edifici vicini più performanti.
I gestori degli edifici sono consapevoli del ritorno di immagine derivante dalla riqualificazione di interi stabili e tendono a concentrare gli interventi su immobili in cui sono stati opzionati contratti locativi con gli adeguati canoni di locazione, per garantirsi un’elevata remunerazione.
Occasionalmente soggetti con una propensione alla riqualificazione più bassa, seguono questo modello grazie agli incentivi locali (comunali o regionali), ai contratti a canoni convenienti e all’incremento della concorrenza di immobili qualitativamente superiori. Difficilmente diminuiscono il proprio livello di propensione, altrimenti rischierebbero di perdere le opportunità di profitto offerte dal mercato.
La riqualificazione energetica degli immobili di questa categoria deve sottostare al livello di occupazione degli spazi, alla disponibilità dei locatari e ai tempi di esecuzione dei lavori.
La progettualità degli interventi in questa categoria è strutturata, ma rimane comunque legata all’immobile e alla richiesta dei conduttori: la politica perseguita più frequentemente in questa tipologia di edifici è quella di non “perdere inquilini”.