L’impressione, quando si affronta il tema dell’ESG, è che ci si trovi di fronte a una sorta di prateria sconfinata in cui i riferimenti per orientarsi all’interno di un paesaggio complesso e mutevole non sono facili da individuare. Preziosi, anzi, preziosissimi, ma non immediati.
La richiesta di informazioni sul tema è alta, l’offerta di contenuti – a cui questo e gli altri focus di REbuilding network vogliono contribuire – non sempre all’altezza, sia in quantità che in qualità.
L’argomento è certamente nuovo, le sue caratteristiche decisamente complesse: l’ESG abbraccia e conclude in uno solo acronimo molti ambiti di pensiero, lavoro, valutazione.
Si tratta di un tema decisamente interdisciplinare e molto tecnico, specialmente sugli aspetti ambientali: richiede competenze in materia di energia, rifiuti, gestione acqua, materiali, calcolo delle emissioni. Occorre la capacità di rendere comprensibili e attuabili nella realtà leggi, regolamenti, aspetti fiscali, di marketing e promozione, aspetti sociali, elementi di comunicazione, aspetti organizzativi e gestionali.
Si tratta di un acronimo che racchiude un mondo estremamente complesso: la scomposizione della sigla non è lineare, ma a matrice.
La complessità si articola in mille e più temi e sottotemi, molti rami di un albero che si concatenano continuamente, assumendo un aspetto tentacolare.
Un aspetto in tutto e per tutto molto vicino a quello della rete: una natura a network che è esattamente quella di REbuilding network.
Da sempre, da ben prima che nascesse anche l’idea stessa della sigla ESG, Habitech (e con essa le altre aziende che fanno parte di REbuilding network) è su questi temi, avendo contribuito non solo al loro studio e alla loro applicazione, ma anche alla diffusione del conoscenza in ambito nazionale su quanto gravita intorno alla sostenibilità Ambientale (Environment), Sociale e di Governance.
Circa 15 anni fa Habitech aveva necessità di codificare un aspetto ESG, il come rendere sostenibili gli edifici, e come poter misurare le performance di sostenibilità. La costituzione del Green Building Council e l’introduzione del sistema di misura LEED sono andate proprio in questa direzione: l’obiettivo dichiarato era quello di introdurre un sistema che, riconosciuto a livello internazionale, rendesse possibili tre cose.
In primo luogo una definizione omogenea di green building a tutti i livelli del mercato, fornendo quindi una serie di KPI per definire gli obiettivi e i contenuti di sostenibilità da poter ottenere in un edificio. In secondo luogo, la possibilità di misurare la performance definendo livelli diversificati.
In ultimo, la confrontabilità di benchmarking, la possibilità per tutti di avere un confronto sui risultati di altri casi.
Ma – stabilito di poterne parlare a ragion veduta – andiamo con ordine e occupiamoci di sciogliere i nodi di questo acronimo.