D: La crisi intesa come deterioramento ambientale, carenza di risorse, aumento delle diversità sociali?
R: Esattamente. Parlo anche da uomo di marketing: l’orientamento verso il cliente non ha garantito e non garantisce il rispetto degli obiettivi di lungo periodo delle persone e della società. Non siamo stati e non siamo in grado di equilibrare domanda e offerta delle risorse a disposizione.
D: Ed è qui che entra in gioco il benessere?
R: Sì, perché negli anni abbiamo imparato che – ad esempio – “commestibile” non significa “sano”. O che, per venire al nostro mondo, quello dell’edilizia, “a norma di legge” non significa “fatto bene”. Le persone oggi grazie alla rete hanno tutti gli strumenti per capire che cosa è “fatto bene” e che cosa no: siamo tornati a dare importanza ai nostri bisogni primari, con una consapevolezza nuova e più completa. Ecco perché il benessere è oggi un valore su cui dobbiamo investire e in cui dobbiamo tutti credere, riportando le persone al centro di ogni strategia industriale.
D: Per l’edilizia che cosa significa?
R: L’edilizia è uno dei settori che più inquina al mondo, e quindi – se voltiamo la carta – rappresenta anche una delle leve più importanti per migliorare le cose. L’OMS ci dice che quasi 2/3 delle malattie dell’apparato respiratorio si deve alla cattiva qualità dell’aria, e non ci rendiamo conto che il 70% della nostra vita lo passiamo all’interno di qualche ambiente: in ufficio, a scuola, a casa, in palestra, in hotel, in ospedale, etc. Migliorare la qualità della vita negli ambienti chiusi, garantire un maggiore benessere e comfort termico, acustico, visivo, respiratorio: questi sono i grandi strumenti che il settore edilizio ha a disposizione per evolversi nella direzione giusta.
D: Come si può fare per andare in questa direzione?
R: Ad esempio integrando la tecnologia – che esiste – in questa visione dell’edilizia contemporanea, con edifici sempre più green nell’impatto di costruzione e di manutenzione. E non è un discorso che vale solo sul nuovo, attenzione: costruire al meglio il nuovo è importante, ma ricalca il comportamento consumistico dei decenni passati. È fondamentare riqualificare al meglio il costruito esistente: l’Italia ha un patrimonio immobiliare decisamente vecchio, che però può essere in parte riqualificato e attualizzato nella nuova visione. Ma non solo.
D: Cos’altro?
R: Dobbiamo imparare a misurare. Misurare le emissioni, misurare i consumi, misurare il benessere. È un’operazione fondamentale: in questo modo possiamo comparare la redditività diversa tra edifici green e non green, possiamo misurare come questa diversità impatta ad esempio sui costi di gestione, ma anche sulle persone. Misurare le performance degli edifici è decisivo per ottimizzarne i valori, ma oggi possiamo anche misurare il livello di benessere garantito alle persone all’interno di un edificio, ricordando che più benessere equivale a maggiore produttività, meno assenteismo, meno costi sociali.