Il benessere psicofisico delle persone è oggi al centro del discorso comune, delle strategie di marketing, e delle prospettive di sviluppo economico di molte aziende, al punto da essere ritenuto una vera e propria leva per la generazione di valore economico.

Il valore del benessere abitativo

Abbiamo parlato di questi aspetti e di benessere legato agli edifici con Claudio Cont, Managing Director di Rebuilding Network, ed ecco che cosa ci ha detto.

D: Claudio, ha senso oggi parlare di benessere come leva generatrice di valore per un edificio? E perché?

R: Ha molto senso e, anzi, è quasi una conseguenza dell’evoluzione “naturale” dei nostri bisogni come persone.

La persona è da qualche anno tornata al centro di molti processi di sviluppo e di impresa, anche nel settore edilizio.

D: In che modo?

R: C’è da fare una premessa molto semplice: valore e bisogno sono due concetti molto legati. Se pensiamo ai bisogni che abbiamo, e in questo 2020 abbiamo avuto molto tempo per riconsiderarli e valutarli, si parte da quelli primari (la salute, il cibo, etc.) e di sicurezza (certezze, tranquillità, etc) e si arriva a quelli – diciamo così – meno basilari e più acquisiti: i bisogni sociali di appartenenza, prestigio, rispetto, fino al bisogno di autorealizzazione, creato dalla generazione dei baby boomer e oggi in corso di ridefinizione da parte dei millennial.

Questa evoluzione dei bisogni si è portata appresso negli anni anche un’evoluzione dei valori collegati: per essere accettati e valutati a livello sociale abbiamo considerato il consumo di beni e materiali un valore, abbiamo dato molto spazio alle cose nelle nostre vite, al loro accumulo, alla loro intercambiabilità come elementi in grado di definirci meglio. Il risultato è stata la crisi che oggi viviamo.

claudio cont
Claudio Cont - Managing Director di REbuilding network

D: La crisi intesa come deterioramento ambientale, carenza di risorse, aumento delle diversità sociali?

R: Esattamente. Parlo anche da uomo di marketing: l’orientamento verso il cliente non ha garantito e non garantisce il rispetto degli obiettivi di lungo periodo delle persone e della società. Non siamo stati e non siamo in grado di equilibrare domanda e offerta delle risorse a disposizione.

D: Ed è qui che entra in gioco il benessere?

R: Sì, perché negli anni abbiamo imparato che – ad esempio – “commestibile” non significa “sano”. O che, per venire al nostro mondo, quello dell’edilizia, “a norma di legge” non significa “fatto bene”. Le persone oggi grazie alla rete hanno tutti gli strumenti per capire che cosa è “fatto bene” e che cosa no: siamo tornati a dare importanza ai nostri bisogni primari, con una consapevolezza nuova e più completa. Ecco perché il benessere è oggi un valore su cui dobbiamo investire e in cui dobbiamo tutti credere, riportando le persone al centro di ogni strategia industriale.

D: Per l’edilizia che cosa significa?

R: L’edilizia è uno dei settori che più inquina al mondo, e quindi – se voltiamo la carta – rappresenta anche una delle leve più importanti per migliorare le cose. L’OMS ci dice che quasi 2/3 delle malattie dell’apparato respiratorio si deve alla cattiva qualità dell’aria, e non ci rendiamo conto che il 70% della nostra vita lo passiamo all’interno di qualche ambiente: in ufficio, a scuola, a casa, in palestra, in hotel, in ospedale, etc. Migliorare la qualità della vita negli ambienti chiusi, garantire un maggiore benessere e comfort termico, acustico, visivo, respiratorio: questi sono i grandi strumenti che il settore edilizio ha a disposizione per evolversi nella direzione giusta.

D: Come si può fare per andare in questa direzione?

R: Ad esempio integrando la tecnologia – che esiste – in questa visione dell’edilizia contemporanea, con edifici sempre più green nell’impatto di costruzione e di manutenzione. E non è un discorso che vale solo sul nuovo, attenzione: costruire al meglio il nuovo è importante, ma ricalca il comportamento consumistico dei decenni passati. È fondamentare riqualificare al meglio il costruito esistente: l’Italia ha un patrimonio immobiliare decisamente vecchio, che però può essere in parte riqualificato e attualizzato nella nuova visione. Ma non solo.

D: Cos’altro?

R: Dobbiamo imparare a misurare. Misurare le emissioni, misurare i consumi, misurare il benessere. È un’operazione fondamentale: in questo modo possiamo comparare la redditività diversa tra edifici green e non green, possiamo misurare come questa diversità impatta ad esempio sui costi di gestione, ma anche sulle persone. Misurare le performance degli edifici è decisivo per ottimizzarne i valori, ma oggi possiamo anche misurare il livello di benessere garantito alle persone all’interno di un edificio, ricordando che più benessere equivale a maggiore produttività, meno assenteismo, meno costi sociali.

Misurare il benessere della persona: la certificazione WELL

Abbiamo dunque scoperto, grazie a Claudio Cont, che un edificio è in grado di aumentare o diminuire il benessere delle persone che lo abitano ogni giorno: parliamo delle nostre case, dei luoghi di lavoro, del supermercato in cui ci fermiamo tornando a casa, della scuola dei nostri figli, etc.

Come possiamo misurare il livello di salubrità di un edificio e di benessere che può generare in chi lo abita? La risposta è molto semplice: attraverso il protocollo di certificazione WELL, gestito dal WELL Building Institute (IWBI) e ben descritto sul sito del nostro socio Habitech.

Il protocollo certifica il livello di benessere assicurato dagli edifici considerando alcune aree tematiche ben precise che vengono misurate, monitorate e quindi certificate adottando un approccio olistico: l’integrazione delle diverse componenti è la chiaveper determinare una valutazione complessiva del benessere.

Le aree tematiche oggetto di valutazione includono:

  • il benessere psicofisico (indaga la relazione uomo-natura e la consapevolezza del proprio stato di salute e benessere da parte delle persone)
  • il comfort (ovvero come avere ambienti con migliore comfort acustico, termico, visivo)
  • il movimento (come ridurre la sedentarietà attraverso la progettazione di ambienti che facilitino il movimento al loro interno)
  • l’illuminazione (come massimizzare l’uso di luce naturale a seconda delle caratteristiche dell’attività da svolgere nell’edificio)
  • l’alimentazione (come promuovere la consapevolezza alimentare e la generazione di buone abitudini)
  • l’acqua (come rendere l’acqua sempre disponibile, controllandone la qualità)
  • l’aria (come garantire un’alta qualità dell’aria, con filtri che eliminino i materiali volatili tossici)

La progettazione integrata migliora il benessere delle persone

Edifici migliori aiutano le persone a vivere meglio: mediamente trascorriamo il 90% delle nostre giornate in un ambiente indoor, e gran parte del tempo in cui siamo svegli lo trascorriamo nell’ambiente di lavoro.

Una progettazione olistica orientata al benessere è in grado di contrastare lo stress che le persone vivono negli edifici in cui lavorano, di assicurare un maggiore comfort e, quindi una migliore produttività.

Questo significa una maggiore soddisfazione generale da parte delle persone che lavorano in un luogo (se questo è impostato in ottica WELL e lavora per la certificazione), ma anche la possibilità per le aziende di attrarre i talenti migliori e puntare così alla leadership del proprio settore.

Un benessere che però si “porta anche a casa”: vivere in abitazioni che guardino al WELL significa avere una maggiore energia corporea a disposizione, uno stress minore, una migliore qualità del sonno. E per i proprietari di immobili significa avere un ruolo diverso sul mercato e ampliare il valore delle proprietà.

Perché è importante progettare il comfort

Lavorare nella direzione di una progettazione integrata rivolta al comfort è importante almeno per due ragioni:

  1. perché è un investimento sulla salute e sui minori costi privati e sociali: gli edifici in Italia sono vecchi, la maggiorparte costruita prima degli anni ’90 e quindi senza attenzioni di questo tipo. Edifici vecchi che non tenevano in conto la salubrità come fattore di costruzione, e sono spesso causa di problemi di salute (respiratorie, allergie, stanchezza)
  2. perché fa bene all’ambiente: oltre il 40% dell’energia consumata nei paesi industrializzati viene dalla gestione degli edifici, e progettare il comfort significa costruire in modo sostenibile, contenendo e controllando i consumi

Quali sono i fattori che influenzano il nostro comfort abitativo

Sono fattori che – correttamente bilanciati – creano un ambiente interno in cui ci sentiamo bene ed efficienti.

Vediamo quali sono.

Il comfort termico

L’involucro esterno dell’edificio è il filtro principale che mette in comunicazione chi sta dentro (noi) con quel che sta fuori (temperatura, umidità, etc).

Non esistono soluzioni sempre valide per una corretta progettazione del comfort termico perché variano a seconda del clima (montagna, tropici) e di ciò che si deve fare all’interno dell’edificio (casa, ospedale, scuola, ufficio). Però esiste un modus operandi che è quello di considerare 5 punti principali:

  • l’isolamento, per ridurre le dispersioni di calore in inverno e proteggere dal caldo in estate
  • l’apporto solare, controllando il rapporto tra superfici opache e trasparenti nell’involucro esterno
  • l’inerzia termica, che si misura sui materiali da costruzione e più è alta meglio sopporta le variazioni di temperatura
  • la tenuta all’aria e la ventilazione che permettono di agire sullo scambio di aria esterno/interno

Progettare bene un edificio dal punto di vista del comfort termico significa eliminare la necessità di riscaldamenti e raffrescamenti aggiuntivi che determinano costi maggiori e alzano il livello di inquinamento.

Il comfort visivo

Sappiamo tutti che la luce solare ci permette di vedere, ci scalda, ci mette perfino di buonumore stimolando la produzione di vitamina D, e quindi di endorfine.

Da quando l’essere umano ha cominciato a svolgere attività anche in assenza di luce solare, abbiamo avuto a che fare con la luce artificiale, non sempre innocua: può infatti generare stanchezza agli occhi, mal di testa, etc.

Progettare per il comfort visivo significa controllare bene:

  • la quantità di luce artificiale negli ambienti: poca luce o troppa luce sono sempre un problema e forti o frequenti cambiamenti di luce possono essere difficili da gestire per l’occhio umano, che deve continuamente adattarsi.
  • la qualità della luce artificiale negli ambienti: fonte, distribuzione, tono, colore, intensità, sono tutti fattori che incidono su comfort e discomfort.

Quali sono dunque i fattori che incidono nella progettazione del comfort visivo? Eccoli:

  • la possibilità di avere una vista verso l’esterno (usando il vetro, ad esempio)
  • avere sufficiente luce naturale negli ambienti (curando il rapporto tra superfici opache e trasparenti)
  • la distribuzione uniforme della luce
  • il giusto equilibrio tra luce naturale e artificiale
  • un’illuminazione adeguata alle diverse attività
  • la possibilità di eliminare abbagli e forti contrasti
  • creare spazi esteticamente piacevoli

Il comfort acustico

Il giusto comfort acustico è quello che propone il passaggio di suoni piacevoli e blocca quelli spiacevoli.

Un edificio può essere soggetto a rumori esterni, interni, da impatto o degli impianti: si trasmettono attraverso l’aria e la struttura dell’edificio e quindi il livello di riverbero e assorbimento dei suoni da parte dello stesso determina la percezione piacevole o spiacevole.

Ambienti ben progettati dal punto di vista del comfort acustico creano un maggiore senso di sicurezza, di riservatezza, e di benessere.

I fattori da considerare nella progettazione:

  • la destinazione d’uso dell’edificio
  • quali rumori gestire: interni, esterni, etc.
  • lo spettro del rumore da gestire: ampio, minimo, etc
  • il sistema di costruzione e i materiali utilizzati

Siamo di fronte a un futuro in cui i luoghi si presteranno a più usi contemporaneamente: pensiamo alle case trasformate in uffici con lo smart working durante la recente pandemia. Di fronte a uno scenario in trasformazione di questo tipo, la stessa evoluzione deve riguardare i materiali e le soluzioni costruttive per garantire comfort.

Le soluzioni per il comfort dei soci REbuilding network

Dopo aver preso in considerazione i motivi della progettazione orientata al benessere psicofisico delle persone che abitano gli ambienti indoor, e quali fattori la influenzino, vogliamo concludere con qualche soluzione tecnica sui diversi fattori di comfort proposta dai soci REbuilding network. Vediamole di seguito.

iGuzzini: benessere visivo (e non solo) integrato nell’architettura

Sicurezza, compatibilità elettromagnetica, rischio fotobiologico (cioè la possibilità che la luce artificiale arrechi danno all’occhio umano), fotometria in co-presenza con gli altri sistemi e dispositivi esistenti nell’ambiente: la soluzione Blade R proposta da iGuzzini è testata e garantita per una corretta funzionalità su tutte queste componenti.

Il benessere delle persone viene favorito in maniera smart, evolvendo il concetto di integrazione della soluzione tecnica di illuminazione all’interno dell’architettura, portando – in due parole – dal caos all’ordine.

Schneider Electric: il comfort attraverso l’automazione

Schneider Electric – con la sua architettura EcoStruxure – copre le diverse esigenze di ogni edificio utilizzando standard aperti per il controllo e l’automazione degli edifici. La digitalizzazione degli impianti e l’automazione in questo modo integrano molte funzioni di comfort: controllo e regolazione luci ed oscuranti, temperatura, umidità, anidride carbonica, etc

In particolare uno degli standard aperti più in uso, KNX,  combina le funzionalità di regolazione e controllo di un edificio, anche secondo gli standard DALI e DALI2, in un solo sistema di automazione: scendono così i tempi di installazione e i costi operativi, mentre aumentano flessibilità dell’installazione e adattabilità del sistema ai cambiamenti futuri dell’edificio.

Per comprendere meglio come, è possibile scaricare la nuova guida alla progettazione KNX DALI messa a disposizione da Schneider Electric.

Un comfort che deriva dunque dall’integrazione tra sistemi di automazione, che ottimizzano la gestione energetica, tecnologie IoT e una rete di sensori in campo che misurano parametri di benessere. Infatti i sistemi digitali garantiscono al tempo stesso un miglioramento delle performance e un ritorno dell’investimento ottimale: cosa questa particolarmente importante dal momento che per inseguire il comfort spesso si generano inefficienze.

Panasonic: il benessere passa dalla qualità dell’aria indoor

Panasonic si propone di migliorare la qualità dell’aria degli edifici residenziali e commerciali “lasciando fuori” batteri, virus, pollini e sostanze inquinanti, preservando e de-odorizzando l’ambiente indoor.

Lo strumento per farlo è la tecnologia NanoeX, particolarmente adatta alla gestione del mondo post Covid-19 in ambito indoor: nel mondo residenziale per mantenere l’ambiente salubre e pulito, nelle strutture ricettive per agire su allergeni, batteri, virus e muffe, negli uffici e nei luoghi pubblici per migliorare l’efficienza del lavoro grazie ad un ambiente gradevole in cui respirare è un piacere.

Per scoprire come funziona NanoeX vi consigliamo di guardare questo video di Panasonic.

Saint-Gobain: comfort termico, acustico, e qualità dell’aria

Saint-Gobain declina il concetto di comfort in edilizia secondo quattro direttrici principali: comfort termico, acustico, visivo e legato alla qualità dell’aria.

La ricerca svolta in questi ambiti ha permesso di sviluppare soluzioni che possono integrarsi in una combinazione costruttiva in grado di far vivere gli ambienti indoor in sicurezza e salubrità: le lastre in cartongesso Gyproc Activ’Air, isolate con isolanti in lana di vetro Isover 4+ o Isover Arena e decorate con le pitture Weber Deco Pure permettono di assorbire i rumori, trasferire calore dall’interno all’esterno e viceversa in modo da eliminare il disagio termico, ed assorbire e neutralizzare i VOC (Composti Organici Volatili) come la formaldeide, che spesso si trovano negli ambienti interni degli edifici.

ATAG: comfort e alta efficienza energetica

ATAG, con la linea di prodotti Jodo, è in grado di combinare comfort termico e legato alla qualità dell’aria insieme al massimo dell’efficienza energetica. Ad esempio con la soluzione JODO QHP-A2 propone un sistema ibrido multienergia per impianti residenziali che si rivela polivalente: le funzioni di riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria sono riunite con l’integrazione da fonti di energia rinnovabili. Il massimo del comfort con il minimo dispendio energetico per una scelta salubre e sostenibile.

JODO QHP-A2
Il sistema JODO QHP-A2 di ATAG Italia

Molti fattori di benessere, una sola leva per ottenerlo

Non esiste dunque, lo abbiamo scoperto insieme, un modo solo per costruire comfort e generare benessere nelle persone che sono chiamate a vivere le loro giornate (o parte di esse) in un edificio.

Esistono diverse tipologie di comfort, che assicurano diversi livelli di benessere. Imparare a misurare questo benessere, a monitorarlo costantemente e a certificarlo è la sfida di questi anni: costruire valore attraverso scelte progettuali sagge, coordinate e vincenti.

La leva è dunque quella della progettazione integrata orientata alla salubrità e alla sostenibilità. REbuilding network, con le sette aziende che compongono la rete, fa proprio questo: costruisce valore integrando competenze, processi e tecnologie in grado di restituire un nuovo futuro a edifici vecchi, inadatti al benessere delle persone, obsoleti dal punto di vista del mercato.

Per sapere come opera un progettista della progettazione integrata secondo lo schema REbuilding network potete scoprire il mondo dei RE-Xpert, i professionisti formati e certificati dalla nostra rete in grado di assicurare il massimo ritorno ai vostri progetti di riqualificazione.

Il metodo REbuilding network che viene seguito è concepito in 7 step successivi che rendono trasparente la metodologia e l’iter di processo, con risultati apprezzabili nella nostra case history.

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